Cloud Native Computing Foundation

L'obiettivo della CNCF è aiutare le organizzazioni a costruire applicazioni scalabili su cloud pubblico, privato e ibrido. Supporto che prende diverse forme: dalle tecnologie agli eventi, ecco di cosa si occupa la Cloud Native Computing Foundation.

Si fa presto a dire "Cloud Native"; non altrettanto semplice è il processo di adozione di questo paradigma per le organizzazioni che decidono di innovare il proprio ecosistema IT. Ed è qui che entra in gioco la CNCF.

Quando si decide di guardare al Cloud Native, alcune domande sorgono spontanee:

  • Come valutare l’affidabilità e la sicurezza dei tool presenti nel panorama Cloud Native? Da essi dipende il successo del progetto di trasformazione digitale. 
  • Come si fa a capire in quale direzione si sta sviluppando il paradigma Cloud Native? Innovare sì, ma possibilmente con tool e metodologie che siano state testate e di cui sia garantita la solidità.
  • Come selezionare i migliori partner tecnologici dotati delle competenze e dei requisiti giusti per utilizzare gli strumenti Cloud Native? Affidarsi a collaboratori inesperti rischia di far aumentare notevolmente i tempi e i costi del progetto.

A rispondere a queste domande ci ha pensato nel 2015 la Linux Foundation, la fondazione nata per standardizzare Linux e supportarne la crescita e l'adozione. L’idea era tanto semplice quanto efficace: creare un punto di raccordo del mondo Cloud Native.

Cos'è la CNCF

Il progetto avviato dalla Linux Foundation prende il nome di Cloud Native Computing Foundation, in breve CNCF. Oggi è il luogo in cui alcune tra le più importanti tecnologie open source (per citarne alcune, Kubernetes e i container) si incontrano con i principali attori del mondo Tech. Sviluppatori, grandi aziende tecnologiche, imprese che implementano il paradigma Cloud Native: tutti sono gravitano attorno alla CNCF. 

In pratica, come dice esplicitamente la CNCF, lo scopo del progetto è quello di "costruire un ecosistema sostenibile per il software Cloud Native".

 

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La storia della Cloud Native Computing Foundation

La storia della Fondazione è particolare. E non poteva essere altrimenti, perché la CNCF è nata in seno alla Linux Foundation per volontà dei big della Silicon Valley. Nel 2015 Google, che sino a quel momento aveva portato avanti lo sviluppo di Kubernetes, il sistema open-source di orchestrazione e gestione di container, ha deciso di conferirne la gestione alla Linux Foundation. Il progetto di Kubernetes era arrivato a maturità con la versione 1.0, e aveva dimostrato chiaramente di essere una delle tecnologie chiave dell'infrastruttura globale: un progetto troppo importante per rimanere all'interno di una sola azienda.

La Linux Foundation ha così acconsentito ad avviare il progetto della CNCF con l'obiettivo di "rendere il Cloud Native ubiquo" coinvolgendo da subito molte grandi aziende. Oltre a Google (che ha coordinato il progetto sino al 2018) erano presenti fin dall'inizio anche CoreOS, Mesosphere, Red Hat, Twitter, Huawei, Intel, Cisco, Ibm, Docker, Univa e VMware

Oggi i membri della CNCF sono più di 720, tra i quali anche noi di SparkFabrik. Ed è un punto molto importante, come vedremo tra poco, perché partecipare ai tavoli tecnici nei quali si definiscono gli standard tecnologici della core infrastructure di Internet è di fondamentale importanza per chi opera in questo settore.

I progetti della CNCF

Sarebbe limitativo immaginare la CNCF come un semplice veicolo che contiene un'unica tecnologia, cioè Kubernetes. Anche se, sicuramente, visto il ruolo che Kubernetes ha nello sviluppo dell'ecosistema Cloud Native, non sarebbe comunque cosa da poco. 

All'interno della CNCF ci sono moltissimi progetti che sono organizzati in tre livelli crescenti di maturità tecnologica: Sandbox, Incubated e Graduated. I criteri che stabiliscono il livello di maturità di un progetto includono anche il suo tasso di adozione, la longevità e se è stato impiegato nella realizzazione di applicativi affidabili.

Quali sono i principali progetti? La lista è davvero lunga: da Kubernetes (ovviamente) a Prometheus, da etcd a CoreDNS, da Containerd a Envoy e Fluentd. Ma ci sono anche i moltissimi progetti in corso di sviluppo nell'incubatore della CNCF. Tra questi: Contour per Envoy, Falco, gRPC, KubeEdge, Litmus, OpenTelemetry.

È un mondo particolarmente ricco perché alcuni progetti nascono dalla comunità open source, altri da aziende che poi li conferiscono alla CNCF.

Orientarsi nel mondo Cloud Native: Landscape, Trail Map e Radar

La CNCF ha sviluppato anche degli strumenti per mappare le tecnologie cloud che rientrano all'interno del suo ambito di attività: il Cloud Native Landscape e la Cloud Native Trail Map. Le due “mappe”, assieme alle DevStats su GitHub, permettono di catalogare in maniera completa le tecnologie Cloud Native e forniscono indicazioni sugli obiettivi e gli usi di ciascuna. Un servizio particolarmente utile considerando che è facile sentirsi confusi o sopraffatti quando si deve scegliere quale tecnologia implementare nel proprio progetto. 

Infine, dal 2020 la CNCF ha creato il suo CNCF Technology Radar, che è una guida trimestrale ragionata su alcune delle tecnologie emergenti, tutte scelte dagli esperti della CNCF.

PER APPROFONDIRE: Come leggere il Cloud Native Landscape

Gli eventi organizzati dalla CNCF

Tra le iniziative della CNCF ci sono anche due eventi che si svolgono in contemporanea: KubeCon e CloudNativeCon. Sono di fatto diventati gli eventi più importanti per chi si occupa di tecnologia e di business in ambito Cloud Native. Occasioni di confronto tra professionisti, aggiornamenti tecnologici e trend del mercato: al KubeCon e al CloudNativeCon si fa la storia del Cloud Native.

I due eventi si tengono a rotazione in parti diverse del mondo tre volte all'anno. Dopo che le edizioni del 2020 e 2021 sono state - per ovvi motivi - virtuali, l'intenzione per i prossimi anni è di tornare in presenza.

L'importanza delle certificazioni rilasciate dalla CNCF

Non è finita qui, però. Una delle attività più importanti portata avanti dalla CNCF è quella di certificazione delle aziende e degli individui che utilizzano le tecnologie Cloud Native, a partire da Kubernetes. Per esempio, ci sono attualmente 138 distribuzioni e piattaforme certificate per l'uso di Kubernetes ed esistono vari livelli di certificazione per gli amministratori e gli sviluppatori che utilizzano Kubernetes come quelle di Kubernetes Training Partner (KTP) e quella di Certified Kubernetes Security Specialist (CKS).

SparkFabrik ha conseguito le certificazioni di Certified Kubernetes Administrator (CKA) e di Certified Kubernetes Application Developer (CKAD). Inoltre, dal momento che nella nostra azienda ci sono più di 10 sviluppatori certificati Cloud Native, abbiamo ottenuto anche la certificazione di Kubernetes Certified Service Provider.

Le certificazioni della CNCF sono fondamentali per le aziende che operano nel mercato della trasformazione digitale in ottica Cloud Native. Provano infatti che l’organizzazione ha le competenze tecnologiche e strategiche necessarie per pianificare e realizzare progetti secondo i principi e le best practice Cloud Native.

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