Se chiedete a cinque colleghi cosa vuol dire Cloud Native è probabile che riceviate cinque risposte diverse. E questo è un problema. Perché nella nostra esperienza di lavoro con le aziende per la loro trasformazione digitale, avere le idee chiare su cosa voglia dire diventare Cloud Native è un prerequisito necessario (ma non sufficiente) per il successo dei progetti.
Per un’azienda, infatti, lavorare con un partner che abbia già esperienza e capace di dare indicazioni strategiche e supporto operativo oltre che tecnico è fondamentale. Ma allora quali sono gli elementi da valutare per scegliere il partner tecnologico? Secondo noi le aziende, nella scelta di un fornitore, dovrebbero valutare quattro elementi, che andiamo ad analizzare.
1) Il partner è membro della Cloud Native Computing Foundation?
La Cloud Native Computing Foundation (CNCF) è un’organizzazione nata nel 2015 all'interno della Linux Foundation con lo scopo di diffondere e far progredire le tecnologie di containerizzazione del software e fornire un indirizzo chiaro al mercato sulla direzione di questo settore. È stata fondata da Google, CoreOS, Mesosphere, Red Hat, Twitter, Huawei, Intel, Cisco, Ibm, Docker, Univa e VMware, e oggi comprende più di 550 membri, tra i quali anche noi di SparkFabrik.
Per un fornitore di tecnologia Cloud Native è importante far parte della CNCF così da poter essere sui tavoli tecnici dove vengono definiti gli standard delle più importanti tecnologie Cloud Native come Kubernetes, Prometheus, CoreDNS e molti altri.
2) Quali sono le sue certificazioni in ambito Cloud Native?
Se essere parte della CNCF è fondamentale per partecipare in maniera competente alla trasformazione digitale che va in direzione del Cloud Native, poi servono anche le certificazioni per declinare concretamente le singole tecnologie. Facciamo riferimento alle nostre, per spiegare cosa intendiamo: SparkFabrik è certificata Kubernetes Certified Service Provider, inoltre tutto il team di Cloud Engineers è certificato Certified Kubernetes Administrator (CKA) e Certified Kubernetes Application Developer (CKAD).
Lavorare direttamente nel cloud richiede di saper gestire le tecnologie fondanti questo nuovo approccio. Kubernetes ne è il centro, perché è la piattaforma che consente di orchestrare la gestione dei container attraverso ambienti complessi di cloud ibrido e multi-cloud: essere perfettamente in grado di utilizzarlo è critico per sviluppare applicazioni Cloud Native.
Più nel dettaglio, per usare le parole della CNCF, il programma Kubernetes Certified Service Provider include quei fornitori (selezionati e verificati) che hanno comprovata esperienza nell’aiutare le imprese ad adottare Kubernetes.
Le certificazioni Certified Kubernetes Administrator (CKA) e Certified Kubernetes Application Developer (CKAD), invece, sono personali e sono state pensate anche per aiutare le aziende a selezionare più velocemente fornitori esperti in questo ambito. Vediamole nel dettaglio:
- CKA: si tratta di un programma di certificazione che consente di dimostrare la propria competenza pratica. Lo scopo è garantire che le persone che si sottopongono a questo esame abbiano le capacità, le conoscenze e le competenze per svolgere con successo il ruolo di Kubernetes Administrator.
- CKAD: questo esame certifica che lo sviluppatore è in grado di progettare, costruire, configurare ed esporre applicazioni Cloud Native per Kubernetes.
Passando a un altro ambito di competenze, sempre determinante in progetti Cloud Native, è importante citare le certificazioni di Certified Scrum Master (CSM) e Certified Scrum Product Owner (CSPO), entrambe rilasciate dalla Scrum Alliance. Lo Scrum, che è una delle possibili varianti della metodologia di sviluppo del software Agile, consente un approccio collaborativo, trasversale e che coinvolge il cliente, permettendo di pianificare in maniera rapida e adattiva lo sviluppo del progetto concentrandosi al massimo sulla creazione di valore, eliminando ogni spreco.
Questa metodologia secondo noi è critica perché essere Cloud Native permette di andare molto più veloce e reagire in maniera più rapida rispetto alle modalità tradizionali di realizzazione software. Meglio quindi optare per un partner che abbia una comprovata esperienza con questo metodo di lavoro.
3) Ha già lavorato a progetti simili?
Tutti dobbiamo iniziare da qualche parte, certo, ma la velocità, la complessità e la differente articolazione dei progetti Cloud Native non è adatta agli absolute beginners. Adesso per le aziende è ancora più importante sapere di avere dei partner tecnologici referenziati. SparkFabrik, per esempio, ha realizzato molti progetti di livello Enterprise orientati al Cloud Native: Caleffi e Zambon sono solo due recenti esempi pubblici di clienti per i quali abbiamo realizzato (e realizziamo) soluzioni Cloud Native.
4) Lavora in modalità DevOps?
Lo abbiamo già spiegato sopra a proposito dell'approccio Agile: l’adozione di applicazioni Cloud Native non è solo un cambio di tecnologia ma anche di strategia e cultura del lavoro. È il motivo per cui sono nate le pratiche di DevOps, che mirano ad allineare Software Development e IT Operations per poter rilasciare software di qualità più velocemente. Operare con questo approccio secondo noi è fondamentale e tutte le aziende dovrebbero essere certe di avere dei partner tecnologici capaci di farlo, perché questo permette di accelerare il time to market dei progetti e aiuta a costruire all'interno della vostra azienda la cultura DevOps.
Conclusione
La definizione che diamo di noi stessi è di un’azienda di ingegneria Cloud Native e DevOps. Crediamo che le domande elencate finora, che ogni azienda dovrebbe fare a un potenziale partner, siano fondamentali. Al punto che abbiamo costruito la nostra realtà in maniera tale da poter rispondere sempre in modo positivo: siamo membri della CNCF, abbiamo le migliori certificazioni per lavorare Cloud Native e abbiamo dimostrato di saperlo fare molto bene grazie alle referenze dei nostri clienti. Infine, lavoriamo in modalità DevOps seguendo e implementando le metodologie Agili come SCRUM o Kanban a seconda dei contesti e ci ispiriamo in ogni nostro processo ai principi del Lean Management.
Chiunque sia il partner tecnologico a cui vi affiderete, assicuratevi di indagare sui quattro punto riportati in questo articolo: d’altronde, la trasparenza e la chiarezza sono la base fondante di ogni rapporto professionale!
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