workshop user story mapping

Lo user story mapping è un processo condiviso all’interno di un gruppo di lavoro che ha l’obiettivo di creare una rappresentazione dinamica delle interazioni tra l’utente e il prodotto, valutando le funzioni che potrebbero portare maggiori benefici all’utilizzatore e gli interventi prioritari per soddisfare i bisogni più urgenti.

In SparkFabrik organizziamo degli appositi workshop per aiutare le aziende a pianificare e condurre un processo di user story mapping volto alla progettazione di un prodotto web (sito, software, applicazione e così via). Forti della nostra esperienza e applicando questa tecnica, accompagniamo il cliente in un processo di scoperta, razionalizzazione e visualizzazione dei requisiti di prodotto, arrivando a identificare quali portano più valore e creando una roadmap comune a tutta l'organizzazione per lo sviluppo e l'adozione degli stessi. Possiamo considerare lo user story mapping uno dei primi step del processo di Digital Transformation.

Facciamo un passo indietro e capiamo meglio cos’è lo user story mapping e come vengono strutturati i workshop, passando in rassegna i metodi e gli strumenti utilizzati in ogni fase.

Scopri i nostri workshop di User Story Mapping per la progettazione o la  modernizzazione di un prodotto web.  Un metodo innovativo per coinvolgere il tuo team e creare valore per gli  utenti finali.

Breve introduzione allo user story mapping

Il vantaggio principale dello user story mapping è permettere alle organizzazioni che utilizzano metodi agili di costruire interattivamente un backlog di prodotto senza perdersi nell’analisi approfondita delle specifiche tecniche. Lo user story mapping infatti si concentra sulla definizione dei bisogni nella prospettiva dell’utente finale, confezionando una “storia” per raccontare la user experience e comprendere le azioni necessarie a soddisfare i desiderata degli utilizzatori. La mappa, che sintetizza la user story, viene realizzata graficamente con un insieme di post-it ben visibili su una parete.

Sintetizzando, la tecnica dello user story mapping stimola il team di sviluppo a mettersi nei panni dell’utente, rimuovendo il focus sui requisiti tecnici e alcune rigidità che ingessano il processo creativo.

Come sostiene l’ideatore del metodo Jeff Patton:

“La soluzione migliore deriva dalla collaborazione tra le persone che hanno un problema e quelle che possono risolverlo”.

 

Come selezionare i partecipanti

La premessa fondamentale per il successo dello user story mapping consiste nella selezione dei partecipanti e nella creazione di un team interdisciplinare, che permette di avere una visiona olistica del prodotto e progettare ogni singola funzionalità al fine di generare valore per l’utente.

Ecco perché nel gruppo di lavoro bisogna assolutamente includere rappresentanti della divisione IT, Development e Operations, Marketing e Sales, Customer Care. Potrebbe essere necessario includere anche figure dei dipartimenti Legal e Finance, in caso il prodotto e l’esperienza utente impattino significativamente sui temi specifici (ad esempio, privacy e compliance qualora si trattino dati sensibili).

Le aziende con maggior apertura e coraggio invitano i clienti chiave (o particolarmente collaborativi) a presenziare alle conversazioni: grazie alla loro esperienza diretta portano un contributo di inestimabile valore.

Le fasi dello user story mapping

Definire gli obiettivi

Nella fase iniziale del workshop di user story mapping, la discussione si concentra sulla scoperta dei bisogni degli utenti: quali risultati vogliono raggiungere le persone quando utilizzano il prodotto web?

Prendendo ad esempio un sito di prenotazione viaggi, gli obiettivi potrebbero essere: “Trovare un hotel in una città di mare”, “Scegliere il migliore hotel vicino alla spiaggia”, “Prenotare una camera per una settimana”.

Dall’analisi bisogna ricavare una serie di obiettivi che andrà successivamente ordinata secondo le priorità dell’utenza.

Tracciare percorsi e comportamenti

Si passano quindi in rassegna i percorsi che permettono all’utente di raggiungere lo scopo: quali click deve effettuare? Secondo quale navigazione? Si annotano quindi tutti gli step necessari.

Ad esempio, uno dei percorsi per trovare un hotel al mare potrebbe essere: Visita la homepage ➝ Apre la ricerca ➝ Applica i filtri ➝ Ordina i risultati.

Immaginare la soluzione per l’utente

Si arriva così a disegnare la soluzione, utilizzando una semantica che differisce completamente dall’elenco delle specifiche funzionali. Bisogna ancora vestire i panni dell’utente e ragionare secondo le sue necessità.

All’interno di un progetto di user story mapping, una descrizione delle soluzioni potrebbe quindi essere formulata come segue: “In quanto risparmiatore, voglio scorrere una pagina di offerte e sconti per trovare un hotel per le vacanze”; “In quanto utente business mi serve un hotel per la prossima settimana e cerco in base alla data di check-in”.

Perchè facciamo esempi di requisiti così ad alto livello? Che valore hanno?

Il reale valore sta nella conversazione che scaturisce tra gli attori coinvolti su problematiche, vincoli, dipendenze, corner-case, bisogni celati e blocker, ma anche su idee e miglioramenti, su ciò che l'azienda già mette a disposizione e va integrato, etc.

Il risultato di queste "storie" non è la storia, ma il ricordo vivo di una conversazione ad ampissima larghezza di banda che veicola una comprensione condivisa del progetto a 360 gradi.

Ordinare le priorità di intervento

Se le fasi precedenti sono andate a buon fine, il team ha a disposizione diverse user story ed è pronto per identificare un ordine di priorità: quali sono i comportamenti degli utenti più comuni e le azioni auspicabili per soddisfare le richieste?

Gli obiettivi più urgenti con relative soluzioni vanno messi in cima alla lista. Ad esempio, se la fascia degli utilizzatori non ha problemi di budget, il primo filtro per affinare la ricerca di un hotel non sarà il prezzo, ma piuttosto la data.

Creare un piano di rilasci

Attraverso la metodologia di user story mapping, vi porteremo a definire le funzionalità minime che il prodotto deve necessariamente avere per andare online e soddisfare le esigenze degli utenti.

La concentrazione va diretta essenzialmente sui must have, ovvero l’insieme di caratteristiche più richieste, che devono essere contemporaneamente veloci, facili e convenienti da implementare.

Coperti i requisiti essenziali e lanciato il Minimum Viable Product in grado di soddisfare il caso d’uso più comune, si potrà procedere in modo incrementale all’aggiunta di nuove features, magari più sofisticate e costose. Ogni rilascio, piccolo e frequente, sarà soggetto al monitoraggio dei risultati, così da identificare eventuali aree di miglioramento o assunti errati e essere pronti a cambiare rotta rapidamente.

Cosa si ottiene dai nostri workshop

Offriamo workshop di una o più giornate che permettono all’azienda di acquisire effettivo valore su più livelli: innanzitutto viene trasferito un metodo di lavoro che si basa su una lunga esperienza e best practice comprovate; inoltre si garantisce la messa a punto di una soluzione funzionale e allineata alle esigenze degli utenti finali, così da massimizzare l’impiego del prodotto e favorire i ritorni sul business.

Concretamente, i nostri clienti ricevono un report dove vengono dettagliati gli archetipi di utenti individuati e i loro bisogni, oltre ad una roadmap che definisce le priorità ed i next step.

Ultimo, ma non per importanza, deliverable di questa/e giornata/e è l’esperienza condivisa: avendo preso parte alla conversazione ed essendosi calati nei panni dell’utente, tutti i membri del team porteranno a casa la comprensione viscerale ed esperienziale degli utenti finali. Un cambio di prospettiva cruciale, completo e irreversibile.

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