Stiamo vivendo anni di grandi evoluzioni e tumulto tecnologico, di accelerazioni talvolta spiazzanti per quanto dense di entusiasmo. Tempi estremamente affascinanti per chi nella tecnologia ci è cresciuto, ci sogna e fa business. Come noi. Cosa accadrà nei prossimi anni? Alcune considerazioni.
1. FinOps non è rimandabile
La crisi dei mercati e l’incertezza socio-politica internazionale alimentano un’attenzione sempre maggiore verso l’ottimizzazione dei costi del computing nel senso più ampio. Dal linguaggio utilizzato per scrivere codice, alle soluzioni architetturali disegnate, ai modelli di consumo SaaS risulta essere sempre più importante comprendere la natura dei costi per poterli modulare e controllare in ottica di sostenibilità economica da un lato e di sostenibilità energetica dall’altro.
Viviamo in un tempo in cui rendere consapevoli tutti gli attori coinvolti nel ciclo di vita del software diventa cruciale e strategico perché permette di estendere la consapevolezza di quanto sia importante tenere monitorati le sorgenti di costo e seguire un approccio cost optmized.
Dalla survey condotta nel 2024 dall’Osservatorio Cloud Transformation del PoliMi, il Cloud, in particolare il public Cloud, si conferma come la piattaforma principale per l'innovazione tecnologica, emergendo come l'infrastruttura predominante per lo sviluppo e il testing dell'Intelligenza Artificiale, tema centrale nei mercati digitali. Tuttavia, le sfide future per i decisori riguarderanno l'uso efficace delle potenzialità del Cloud, mantenendo al contempo il controllo dei costi.
Nei prossimi anni la discussione continuerà: l’identificazione di un modello che includa le buone pratiche identificate nell’ultimo paio d’anni è qualcosa che le organizzazioni sentono sempre più necessario per potersi orientare e avere riferimenti validi in termini di best practices, appunto, e di tool da adottare.
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2. FinOps significa anche Green IT
Come si accennava sopra, le tematiche di FinOps si interlacciano per diversi aspetti al Green IT, ambito per il quale un tema particolarmente sentito, ma complesso, è l’identificazione di indicatori. Che significa essere green per un’azienda fortemente tecnologica o che investe pesantemente nel suo stack tecnologico? Come lo si misura perché non rimanga un puro atteggiamento di marketing o un tentativo sincero eppure poco efficace?
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3. Platform engineering e DevX: mai più senza
Ed eccoli gli hot topic di questi ultimi anni, senza ombra di dubbio. La prima PlatformCon tenutasi nel 2023 ha raccolto oltre 7.000 platform engineers e registrato visualizzazione da record dei talk proposti, per dire. Questo non è che uno dei segnali del fatto che le Internal Developer Platforms siano ritenute sempre più pivotali nella vita quotidiana degli sviluppatori, così come in senso esteso la Developer Experience sia ormai un aspetto imprescindibile per la salute dei team e più in generale di quella dell’azienda. Developer felici in un ambiente dove la complessità di tool e soluzioni è gestita, risulta in una produttività maggiore per l’application development and deployment e per il business, nonché in un mood esponenzialmente più sano. Secondo Gartner, entro il 2026, l’80% delle organizzazioni che producono software fruiranno di una piattaforma interna di questo tipo.
Gartner expects that by 2026, 80% of software engineering organizations will establish platform teams as internal providers of reusable services, components and tools for application delivery. Platform engineering will ultimately solve the central problem of cooperation between software developers and operators..
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4. Security, l’eterno pain point
Sì, la sicurezza non passa di moda. Soprattutto perché di moda non si tratta. Ma perché se ne parlerà ancora tanto? Perché con l’adozione sempre più decisa di Cloud Native applications e più in generale, di architetture Cloud Native, le complessità sono destinate ad aumentare (conosci le 4C della sicurezza giusto? Cloud, Clusters, Containers, Code). Solo attraverso un approccio realmente DevSecOps sarà possibile un progressivo aumento della consapevolezza dell’importanza della sicurezza a tutti i livelli di progetto, a partire dalle sue primissime fasi.
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5. L’Open Source è la via
Secondo il report della Linux Foundation Europe World of Open Source Europe Spotlight 2023, il valore dell'open source è aumentato nell'ultimo anno, ed è considerato fondamentale per il futuro dei settori industriali, in particolare nell'AI generativa. Tuttavia, c'è ancora molto da fare in termini di contributi, percezioni nel settore pubblico e SBOM (Software Bill of Materials). L’implementazione da parte di enti governativi di alternative open source ai grandi vendor proprietari è area di grandi investimenti all’interno del quadro PNRR, per esempio, per ragioni etiche e per l’assenza di rischio di lock-in.
Ma se l’adozione di soluzioni open source è sempre più diffusa nelle aziende, grazie anche alla diffusione sempre più mainstream di Kubernetes (in Italia si fatica ancora, è vero), l’ambito nel quale è mancata la necessaria fiducia è proprio quello nominato nel paragrafo appena precedente: la security. Ma le cose stanno per cambiare: si comincerà presto a registrate un impiego più deciso di tooling open source dedicati alla sicurezza, storicamente ad unico appannaggio dei grandi player proprietari. Sarà interessante.
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6. Skill shortage: continuerà ad essere una questione calda
Secondo Gartner, nel 2022 il 41% della spesa per lo sviluppo di software e infrastrutture è andato ai fornitori di cloud pubblico, una percentuale che dovrebbe aumentare al 51% entro il 2025 ed è prevista una forte crescita delle tecnologie cloud nei prossimi anni. Tra i tanti significati che questi dati si portano in pancia, uno sicuramente è legato alla necessità di trovare chi sappia fare il lavoro.
Negli ultimi anni abbiamo visto quanto il mercato del lavoro nel nostro settore abbia vissuto momenti schizofrenici. L’abbattimento di confini geografici e la remotizzazione spinta hanno permesso da una parte di accedere a risorse prima impensabili da raggiungere, dall’altra hanno messo in crisi aziende che non possono permettersi una battaglia all’ultima RAL. Sono stati messi in gioco anche flessibilità di orario e benefits di varia natura, ma il gap da colmare rimane molto ampio. Ci vogliono più developer, più architetti, più cloud engineers e una delle vie più efficaci è l’upskilling, piuttosto che un recruiting selvaggio e cruento.
Secondo il 2024 State of Tech Talent Report condotto da Linux Foundation, le aziende stanno scegliendo di dare priorità al miglioramento e alla diversificazione delle competenze rispetto alle assunzioni per diversificare le abilità del personale in ambiti strategici, come il Cloud, DevOps, la sicurezza informatica e l'Intelligenza Artificiale e il Machine Learning.
7. Il Multi cloud: sempre più complesso, ma necessario
La digitalizzazione procede, più o meno lentamente a seconda del mercato di riferimento, ma procede. Soluzioni IoT e IIoT, applicazioni dell’intelligenza artificiale in ambiti di diagnostica, manutenzione e produzione, la frammentazione di esigenze applicative all’interno di divisioni diverse, faranno spingere l’acceleratore verso il framework multi cloud.
Ogni vendor presenta cloud services con specificità e garanzie adatta all’una o all’altra verticalità (pensate ad aziende manifatturiere complesse, ad esempio). Nel frattempo si aggiungono ulteriori livelli di complessità derivanti dalla deglobalizzazione e alla sovranità dei dati, con la relativa necessità di sicurezza e di protezione della privacy. La difficoltà di questo tipo di scelta, è lapalissiano, sta nel capire come gestire al meglio progetti distribuiti e controllare i relativi costi. Non propriamente una passeggiata.
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8. L’intelligenza artificiale sulla bocca di tutti
Di Intelligenza Artificiale as a Service se ne parla da qualche anno, ma è solo recentemente che sta diventando un elemento chiave nel mercato, pensiamo a servizi come ChatGPT o DALL-E. È evidente che il rapporto tra Cloud Computing e AI sia indissolubile allo stato dell’arte e sarà interessante capire come servizi di terze parti verranno in qualche modo integrati e offerti dai vendor, presumibilmente tramite l’utilizzo sempre più spinto di APIs, soluzioni serverless e training di modelli.
Pensiamo all’esempio di Stable Diffusion: si tratta di un modello di text-to-image all'avanguardia che genera immagini partendo dal testo, la cui distribuzione può essere problematica poiché attualmente richiede hardware specifico (GPU) scalabile e con il corretto pricing model. Ma sia AWS, sia GCP permettono soluzioni che abbassano la soglia di entrata all’utilizzo del modello, garantendone la scalabilità e accelerandone l’evoluzione simbiotica.
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