Stiamo vivendo anni di grandi evoluzioni e tumulto tecnologico, di accelerazioni talvolta spiazzanti per quanto dense di entusiasmo. Tempi estremamente affascinanti per chi nella tecnologia ci è cresciuto, ci sogna e fa business. Come noi. Che accadrà in questo nuovo anno? Alcune considerazioni.

 

1. FinOps non è rimandabile

La crisi dei mercati e l’incertezza socio-politica internazionale alimentano un’attenzione sempre maggiore verso l’ottimizzazione dei costi del computing nel senso più ampio: dal linguaggio utilizzato per scrivere codice, alle soluzioni architetturali disegnate, ai modelli di consumo SaaS risulta essere sempre più importante comprendere la natura dei costi per poterli modulare e controllare in ottica di sostenibilità economica da un lato e di sostenibilità energetica dall’altro.

Viviamo in un tempo in cui rendere consapevoli tutti gli attori coinvolti nel ciclo di vita del software diventa cruciale e strategico perché permette di estendere la consapevolezza di quanto sia importante tenere monitorati le sorgenti di costo più o meno evidenti.

Dalla survey condotta nel 2022 dall’Osservatorio Cloud Transformation del PoliMi, il 48% delle organizzazioni intervistate hanno implementato almeno una delle leve di gestione dei costi cloud, ma nessuna è intervenuta sui possibili ambiti d’azione, lasciando ad intendere che c’è ancora da percorrere molta strada. Nel 2023 la discussione continuerà: l’identificazione di un modello che includa le buone pratiche identificate nell’ultimo paio d’anni è qualcosa che le organizzazioni sentono sempre più necessario per potersi orientare e avere riferimenti validi in termini di best practices, appunto, e di tool da adottare.

LEGGI ANCHE: FinOps: Perché passare alla gestione finanziaria del Cloud

 2. FinOps significa anche Green IT

Come si accennava sopra, le tematiche di FinOps si interlacciano per diversi aspetti al Green IT, ambito per il quale un tema particolarmente sentito, ma complesso, è l’identificazione di indicatori. Che significa essere green per un’azienda fortemente tecnologica o che investe pesantemente nel suo stack tecnologico? Come lo si misura perché non rimanga un puro atteggiamento di marketing o un tentativo sincero eppure poco efficace?

LEGGI ANCHE: Green Cloud Computing: che cos’è e perché se ne parla

3. Platform engineering e DevX: mai più senza

Ed eccoli gli hot topic del 2023 senza ombra di dubbio. La prima PlatformCon tenutasi quest’anno ha raccolto oltre 7.000 platform engineers e registrato visualizzazione da record dei talk proposti, per dire. Questo non è che uno dei segnali del fatto che le Internal Developer Platforms siano ritenute sempre più pivotali nella vita quotidiana degli sviluppatori, così come in senso esteso la Developer Experience sia ormai un aspetto imprescindibile per la salute dei team e più in generale di quella dell’azienda. Developer felici in un ambiente dove la complessità di tool e soluzioni è gestita, risulta in una produttività maggiore per il business, nonché in un mood esponenzialmente più sano. Secondo Gartner, entro il 2026, l’80% delle organizzazioni che producono software fruiranno di una piattaforma interna di questo tipo.

Gartner expects that by 2026, 80% of software engineering organizations will establish platform teams as internal providers of reusable services, components and tools for application delivery. Platform engineering will ultimately solve the central problem of cooperation between software developers and operators.

LEGGI ANCHE: DX (Developer Experience): guida per CIO e CTO

4. Security, l’eterno pain point

Sì, la sicurezza non passa di moda. Soprattutto perché di moda non si tratta. Ma perché se ne parlerà ancora tanto nel 2023? Perché con l’adozione sempre più decisa di architetture Cloud Native, le complessità sono destinate ad aumentare (conosci le 4C della sicurezza giusto? Cloud, Clusters, Containers, Code?). Solo attraverso un approccio realmente DevSecOps sarà possibile un progressivo aumento della consapevolezza dell’importanza della sicurezza a tutti i livelli di progetto, a partire dalle sue primissime fasi. 

LEGGI ANCHE: Cloud DevSecOps: che cos'è, vantaggi e tools

5. L’Open Source è la via

La creazione di standard di settore e l'interoperabilità sono i vantaggi più citati da parte delle organizzazioni intervistate nel primo report della Linux Foundation Europe World of Open Source Europe Spotlight 2022, mentre un'eccezione degna di nota è stata osservata nel settore pubblico, dove la trasparenza è stata identificata come il principale vantaggio, così come la connotazione apolitica dell’Open Source. L’implementazione da parte di enti governativi di alternative open source ai grandi vendor proprietari è area di grandi investimenti all’interno del quadro PNRR, per esempio, per ragioni etiche e per l’assenza di rischio di lock-in. 

Ma se l’adozione di soluzioni open source è sempre più diffusa nelle aziende, grazie anche alla diffusione sempre più mainstream di Kubernetes (in Italia si fatica ancora, è vero), l’ambito nel quale è mancata la necessaria fiducia è proprio quello nominato nel paragrafo appena precedente: solo nel 2023 si comincerà a registrate un impiego più deciso di tooling open source dedicati alla sicurezza, storicamente ad unico appannaggio dei grandi player proprietari. Sarà interessante.

Sicurezza nel Cloud: leggi le strategie di difesa contro i nuovi attacchi! Scarica il White Paper Guida alla Cloud Native Security

6. Skill shortage: continuerà ad essere una questione calda

Secondo Gartner, nel 2022 il 41% della spesa per lo sviluppo di software e infrastrutture è andato ai fornitori di cloud pubblico, una percentuale che dovrebbe aumentare al 51% entro il 2025 ed è prevista una forte crescita delle tecnologie cloud nei prossimi anni. Tra i tanti significati che questi dati si portano in pancia, uno sicuramente è legato alla necessità di trovare chi sappia fare il lavoro.

Negli ultimi anni abbiamo visto quanto il mercato del lavoro nel nostro settore abbia vissuto momenti schizofrenici. L’abbattimento di confini geografici e la remotizzazione spinta hanno permesso da una parte di accedere a risorse prima impensabili da raggiungere, dall’altra hanno messo in crisi aziende che non possono permettersi una battaglia all’ultima RAL. Sono stati messi in gioco anche flessibilità di orario e benefits di varia natura, ma il gap da colmare rimane molto ampio. Ci vogliono più developer, più architetti, più cloud engineers e una delle vie più efficaci è l’upskilling, piuttosto che un recruiting selvaggio e cruento.

Secondo il report annuale 2022 condotto da Linux Foundation insieme a edX, il 90% dei datori di lavoro intervistati ha dichiarato che sponsorizzerà i dipendenti che volessero prendere certificazioni e l'81% dei professionisti stessi prevede di aggiungere certificazioni quest'anno, a dimostrazione del peso che queste credenziali hanno.

7. Il Multi cloud: sempre più complesso, ma necessario

La digitalizzazione procede, più o meno lentamente a seconda del mercato di riferimento, ma procede. Soluzioni IoT e IIoT, applicazioni dell’intelligenza artificiale in ambiti di diagnostica, manutenzione e produzione, la frammentazione di esigenze applicative all’interno di divisioni diverse, faranno spingere l’acceleratore verso il framework multi cloud.

Ogni vendor presenta specificità e garanzie adatta all’una o all’altra verticalità (pensate ad aziende manifatturiere complesse, ad esempio). Nel frattempo si aggiungono ulteriori livelli di complessità derivanti dalla deglobalizzazione e alla sovranità dei dati, con la relativa necessità di sicurezza e di protezione della privacy.  La difficoltà di questo tipo di scelta, è lapalissiano, sta nel capire come gestire al meglio progetti distribuiti e controllare i relativi costi. Non propriamente una passeggiata.

LEGGI ANCHE: Serverless computing: cos'è e come funziona

8. L’intelligenza artificiale sulla bocca di tutti

Di Intelligenza Artificiale as a Service se ne parla da qualche anno, ma è solo recentemente che sta diventando un elemento chiave nel mercato, pensiamo a servizi come ChatGPT o DALL-E.  È evidente che il rapporto tra Cloud Computing e AI sia indissolubile allo stato dell’arte e sarà interessante capire come servizi di terze parti verranno in qualche modo integrati e offerti dai vendor, presumibilmente tramite l’utilizzo sempre più spinto di APIs, soluzioni serverless e training di modelli.

Pensiamo all’esempio di Stable Diffusion: si tratta di un modello di text-to-image all'avanguardia che genera immagini partendo dal testo, la cui distribuzione può essere problematica poiché attualmente richiede hardware specifico (GPU) scalabile e con il corretto pricing model. Ma sia AWS, sia GCP permettono soluzioni che abbassano la soglia di entrata all’utilizzo del modello, garantendone la  scalabilità e accelerandone l’evoluzione simbiotica.

New call-to-action