multi cloud

L'affermazione del cloud pubblico nelle realtà di business ha avuto come effetto quasi immediato, specie per le imprese più innovative, la nascita di una nuova esigenza: quella di sviluppare un approccio multi cloud alle applicazioni erogate in modalità as-a-service. Il motivo è semplice. Nel momento in cui si è palesata la possibilità di accedere a risorse e offerte differenti, ciascuna con determinate peculiarità, prestazioni e tariffe, le ambizioni dei digital manager si sono evolute di conseguenza.

Oggi, più che fare affidamento su un unico provider – tipicamente quello che nel complesso garantisce il miglior rapporto qualità-prezzo – l'obiettivo è creare un mix che integri il meglio di ogni proposizione ottimizzando costi, utilizzo delle capacità e, naturalmente, performance.


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Un mercato in piena accelerazione

Non è dunque un caso che le soluzioni multi cloud stiano conoscendo una grande accelerazione in termini di vendite, sia a livello globale, sia sul mercato italiano, rappresentando un importante tassello del processo di Digital Transformation di molte aziende.

Il segmento sta crescendo a un ritmo del 30,9% anno su anno. L'incremento medio è atteso nel quinquennio che va dal 2017 al 2022, secondo le stime di Marketsandmarkets, che prevede un giro d'affari mondiale da circa 4,5 miliardi di dollari alla fine del periodo preso in considerazione. D'altra parte, le implementazioni saranno sostenute da una continua, impetuosa crescita del public cloud. In un suo recente rapporto, Gartner ipotizzava per la fine del 2020 un aumento del 17% delle vendite, per un valore complessivo di 266 miliardi di dollari.

Ma non è da escludere che lo scoppio dell'emergenza coronavirus – con tutto ciò che ne consegue sul piano dello smart working e della dematerializzazione dei processi – metterà ulteriormente le ali a un comparto già in piena espansione, anche in Italia. I dati dell’edizione 2019 dell'Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano riportati da zerounoweb evidenziano infatti che il 68% delle imprese utilizza più di un cloud provider, e ogni azienda, mediamente, ricorre a tre fornitori.

Ma l'approccio, per quanti vantaggi possa offrire, non è esente da caratteristiche che possono rappresentare un minus per alcune organizzazioni. Vediamo per quali ragioni può (o non può) convenire il ricorso al multi cloud.

I vantaggi del multi cloud: flessibilità senza limiti e migliore allocazione delle risorse

Cominciamo col dire che multi cloud è sinonimo di flessibilità e di libertà. A partire dai temi del vendor lock-in e del potere negoziale, per esempio: un'azienda che ricorre a più fornitori è un'azienda che può toccare con mano il modo in cui ciascun partner lavora, le prerogative di un'offerta rispetto all'altra e sa, per questo, di cosa parla nel momento in cui richiede un servizio e contratta sul prezzo. Se le condizioni non sono adeguate o cambiano nel tempo in modo sfavorevole per l'organizzazione, ci si può rivolgere con un semplice switch ad altri provider.

Come detto, inoltre, il multi cloud dà la facoltà ai digital manager di attingere, categoria per categoria, alle risorse migliori del mercato in modo da dare vita al mix che meglio risponde alle esigenze del business. Citiamo alcuni tra i principali fornitori di servizi di public cloud: se la piattaforma di Google è per esempio rinomata per la gestione dei big data, oltre a essere ottimizzata per G Suite, AWS ha il suo punto di forza nel continuo upgrade delle funzionalità. Azure di Microsoft offre – ovviamente – il miglior supporto per i workload in ambienti Windows, mentre IBM ricopre al momento il ruolo di specialista dei cognitive services.

Virtualmente, un'impresa può quindi accedere alle tecnologie best of breed di tutti gli ambiti per mettere al servizio dei progetti innovativi una potenza di fuoco impensabile fino a pochissimi anni fa.

Ultimo – ma non per importanza – vantaggio da citare è senza dubbio la minore probabilità di incorrere in outage che risultino debilitanti per il business. Affidandosi a più provider diventa possibile garantire la business continuity anche in caso di disastri o guasti: un pro da tenere in forte considerazione per tutte quelle aziende che hanno nell’IT uno dei loro asset core.

Gli svantaggi del multi cloud: maggiore complessità di gestione, ma non solo

La lista dei “contro”, quando si parla di multi cloud, è molto più breve. Ma si tratta di un paio di elementi che possono davvero vanificare i molti vantaggi offerti dall'approccio. In primo luogo, aumenta drasticamente la complessità di gestione dei pacchetti di servizi acquistati. Innanzitutto dal punto di vista del controllo dei costi, che rischiano di diventare meno trasparenti e più difficilmente prevedibili, specialmente se dalla logica delle licenze software si passa a un modello pay-per-use declinato su più provider.

C'è poi il tema della cyber security, impossibile da affrontare nell'ottica multi cloud se non si prevede un accurato piano di integrazione delle varie offerte erogate. Ultima, ma non per importanza, la questione dell'operatività: più ambienti applicativi implicano maggiore orchestrazione nell'utilizzo delle risorse e nei flussi di dati. Uno sforzo che si traduce – e questo è il secondo svantaggio ascrivibile all'adozione del multi cloud – nella necessità di acquisire competenze specialistiche, o comunque di indirizzare risorse ad hoc su questa specifica area. Se l'azienda non dispone di una solida struttura IT con skill qualificate, la sfida rischia di essere molto impegnativa.

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A chi conviene scegliere il multi cloud?

Per rispondere alla domanda, si potrebbero citare gli aspetti che, secondo la già citata indagine dell'Osservatorio del Politecnico di Milano, fanno propendere le aziende italiane verso la creazione di ambienti multi cloud. In ordine di priorità, si parla essenzialmente di:

  • maggiore continuità del servizio (55%)
  • scalabilità dei sistemi (50%)
  • minore rischio di vendor lock-in (43%)
  • ottimizzazione dei costi del sistema (41%)
  • migliori funzionalità a supporto dei processi (41%)
  • maggiore efficienza nell'erogazione dei servizi in diverse aree geografiche (20%)

Quest'ultimo aspetto è fondamentale per le imprese che operano anche oltreconfine. Basti pensare alle opportunità offerte da un approccio multi cloud alle aziende che hanno una filiale in Cina, dove i servizi di alcuni provider occidentali sono interdetti e il leader indiscusso del public cloud è Alibaba. È il caso, per esempio, di Caleffi Hydronic Solutions, che per ottimizzare la propria presenza digitale in Asia pacifica, garantendo un’esperienza del tutto equivalente a quella degli altri paesi in cui è attiva, ha puntato su un'infrastruttura multi cloud che le permettesse di fare leva sul provider locale.

Al tempo stesso, chi ha una forte impronta internazionale può avere la necessità, per questioni di compliance normativa in materia di privacy o data protection, di mantenere la residenza di alcuni dataset con informazioni sensibili in Italia. È il motivo per cui AWS ha inaugurato nella sua sede milanese la Region Italia, mettendo a disposizione delle imprese tricolore tre data center edificati in Lombardia.

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